Come nel film di Sordi e Verdone, anche il nostro viaggio è cominciato un po’ per caso e un po’ per necessità. Due generazioni a confronto, due mondi che si parlano con accenti diversi ma con la stessa lingua del cuore.
Io e mio figlio: una macchina carica di zaini, musica condivisa, silenzi comodi e panorami che cambiano come i nostri umori…
Abbiamo attraversato l’Italia ma in fondo stavamo cercando qualcosa che nessun navigatore può indicare: il tempo da passare insieme, quello che spesso sfugge tra gli impegni, distanze e generazioni che sembrano lontane, finché, non ti ritrovi a ridere della stessa cosa guardando fuori dal finestrino.Il diario di un padre dove si ride, si osserva e a volte ci si commuove.
Perché viaggiare con un figlio che sta crescendo è un po’ come tentare di trattenere la neve con le mani: ti scivola via, ma ne resta la traccia, il freddo buono, il segno che non si dimentica.
“In viaggio con papà” è una dedica…A quello che siamo stati, a quello che siamo e a quello che con un po’ di fortuna, diventeremo Insieme.
A.



















