Situato nella zona dell’alto Aterno, nel più profondo e duro entroterra d’Abruzzo, Campotosto è uno dei centri abitati più elevati dell’Appennino. Notizie del paese si hanno già nel XIV secolo quando il tempo era scandito esclusivamente dal ritmo delle stagioni e del lavoro: autunni piovosi, inverni rigidi e nevosi dai quali proteggersi in case di pietre argillose, primavere di semina ed estati di raccolti e pascoli.
Tutto cambiò tra il 1939 ed il 1940, quando fu costruita una enorme diga di calcestruzzo e ferro proprio a Campotosto che, insieme a quelle di altri piccoli paesi vicini, diede vita ad un vasto bacino idrico artificiale (ancora oggi il più grande d’Europa) utilizzato per alimentare centrali idroelettriche.
La comunità del paese che, fino a metà del ‘900, era composta da famiglie di allevatori e agricoltori, iniziò lentamente, ma in modo inesorabile a scomparire. A nulla servì la promessa di lavoro durante la fase di costruzione della diga: un misero risarcimento a persone che in cambio avevano perduto i loro terreni, ormai sommersi dall’acqua.
In molti scelsero di abbandonare il paesaggio sconfinato, le proprie radici e la loro storia per scendere in città e trovare (s)fortuna in qualche fabbrica tentando di adattarsi alla frenetica e claustrofobica modernità.
F.












